Quello della lettura delle etichette è uno sport che, a praticarlo, ti cresce da sotto i piedi e s’impossessa di te senza che neanche te ne accorgi.
All’inizio ti limiti a cercare la scadenza, il prezzo al kg e bon, fine della fiera. Poi, quando a un certo punto realizzi la faccenda dei trasporti inquinanti e la sacrosanta causa del (sottovalutato) local da sostenere, cominci a guardare pure se il cestino dei pomodori arriva dalla vicina Puglia o se, invece, si è sparato magari millemila km di benzina e carburanti dall’America Latina, o da dove per lei. A quel punto, il passo dalla tracciabilità delle verdure all’occhio che ti cade languido sull’INCI del bagnoschiuma che tieni furtivamente in mano è – manco a dirlo – un attimo.
In mezzo a questo e pure altro che si può ricavare dalla lettura dell’etichetta, c’è poi chi ha iniziato a risparmiare sulla spesa senza intaccare di un pelo la qualità perché si è accorto che i cappelletti Conad, per esempio, sono prodotti dagli stabilimenti Rana. Per la cronaca, i primi costano 7.96 eu al kg, mentre i cappelletti Rana 13.96 eu al kg: scandagliando per benino le 2 confezioni, l’unica differenza che esce fuori dal confronto sta nella sfoglia, che nel caso dei Rana ufficiali in effetti è più ruvida. Il resto, ovvero ingredienti, percentuali del ripieno, valori nutrizionali e compagnia bella, sono gli stessi. Quando si parla di spreco, del resto, anche spendere soldi non necessari lo è.
A tal proposito, c’è un sito che propone e raccoglie on line proprio segnalazioni di questo genere: ioleggoletichetta.it. Lo spazio web, curato da Raffaele Brogna, è pensato per essere un progetto partecipativo. Chiunque volesse condividere in rete e suggerire eventuali chicche scovate scorrazzando fra gli scaffali del Super, infatti, non dovrà fare altro che seguire un semplice iter:
‘Se volete contribuire, quando andate a fare la spesa leggete sempre le etichette! Non sarà difficile individuare una coppia di prodotti fabbricati nello stesso stabilimento. Acquistateli, scattate una foto alle due etichette e/o confezioni che ne provino la similarità e la provenienza dagli stessi stabilimenti di produzione, e una foto allo scontrino che attesta il differente prezzo dei due prodotti; potete inviare copia delle foto o inviarci segnalazioni a info@ioleggoletichetta.it‘
Per ora la caccia al doppione ha stanato varie perle che torneranno sicuramente utili, tipo quella dei pannolini Coop prodotti dalla Huggies, o della panna da cucina Tre Valli (3.95 eu al kg scontata) che, invece, ha molto a che vedere con quella della Moneta che ride (2.45 eu al kg). La morale, insomma, va da sé: ancora una volta, gli strumenti per comprare meglio ce li abbiamo spudoratamente sotto il naso. Occhi aperti! 🙂
Mia zia aveva un negozio di pasta fresca… poi l’ha venduto. Adesso mi fa impressione comprare la pasta fresca al super…
e te credo!
ciao..io viro sempre più verso l’autoproduzione sfrenata. siccome non mi tira il ripieno (nemmeno quello di rana:) allora io prendo 1 etto di crudo, della mozzarella (non mangio formaggi duri e nemmeno insaccati..quindi i miei proprio miseri senza nemmeno prosciutto..), un uovo, del pangrattato, frullo e riempio la pasta tirata da me..con farina e acqua..inutile che sto a dirti quanto mi costa al kilo…e quanto ci guadagno in salute..
Se il ripieno lo facevi con solo pangrattato e uovo spendevi ancora meno.
Quanto poi alla salute occchio: mai sentito parlare di mozzarella alla diossina e prosciutto trattato con conservanti e nitrati?
Se deve farlo solo con pangrattato e uova allora è meglio con parmigiano e noce moscata.
“La ballata delle etichette eco e non spreco” in fact enables me
think a small amount more. I cherished every individual component of this blog post.
Thanks for your effort -Mellissa